di Sabrina Mazzola

Oggi vi porteremo nelle profondità della bevanda che consumiamo quotidianamente:

Il caffè.

Per creare il caffe, raccolgono dei frutti a piena maturazione (bacche) e ne estraggono il frutto, e al momento devono essere di colorazione giallo verdastra.

  • (facendoli passare attraverso delle insufflazioni di aria calda a bassa percentuale di umidità, che esfoliano i tegumenti esterni) oppure a umido (breve passaggio in acqua per facilitare il sollevamento della pellicola esterna, che anche in questo caso verrà poi definitivamente allontanata da un getto di aria calda e secca). La scelta di queste differenti tipologie viene effettuata in base alle condizioni di raccolta: se i semi vengono raccolti in situazioni climatiche favorevoli (particolarmente umide) allora la depellicolazione avviene a secco e viceversa.
  • Successivamente i semi passano attraverso una rapida essicazione, necessaria per eliminare gli ultimi residui di acqua che potrebbero alterarne la qualità. Il caffè depellicolato è chiamato caffè nudo; successivamente, dopo essere stato pre-essiccato, prende il nome di caffè pergamino.
  • Il caffè crudo viene successivamente selezionato per essere indirizzato alla decaffeinizzazione o passare direttamente alla torrefazione.
  • Il caffè può essere decaffeinato secondo diverse modalità: attualmente le strategie più utilizzate sono la decaffeinizzazione ad acqua e quella a CO2 supercritica (più costosa). La prima comporta il passaggio dei chicchi di caffè crudo in vasche di acqua, dove sono presenti filtri a carboni attivi. L’acqua come solvente estrae la caffeina, permettendo di ottenere un caffè estremamente leggero, anche se non del tutto privo di caffeina. Il processo di decaffeinizzazione ha una duplice funzione, innanzitutto serve per produrre caffè decaffeinato, che ha un certo successo nel mercato, e in secondo luogo per ottenere la caffeina da destinare alla preparazione di prodotti salutistici e farmaceutici.

Una volta ottenuto, il caffè, decaffeinato o meno, dev’essere torrefatto. La torrefazione è un processo di cottura dei semi, a temperature di 200-240 °C. Questo processo di cottura conferisce al caffè la classica colorazione bruno nerastra e le caratteristiche organolettiche e morfologiche tipiche della droga.

 

Una volta che il caffè viene torrefatto, defaffeinato e sia caffeinato, viene macinato e sottoposto a trattamenti estrattivi la tra cui la percolazione(moka) e la decozione (caffe greco, caffe turco).

Noi italiani usiamo particolarmente l’espresso, magari per variare al bar alterniamo con il caffè ginseng.

Ma ne esistono di molti vari tipi ovvero: americano, turco, greco ecc..

Da questi tipi di caffè si possono creare molte alternative ad esempio: gelati, yougurt bevande analcoliche, cocktail e anche prodotti industriali.

Anche in questo caso, si sa, il troppo storpia.

Il caffè viene etichettata come droga perché contiene il principio attivo “caffeina”.

Ma senza spaventarci, cari lettori, per droga si intende una parte di pianta, o tutta la pianta, dove viene preso il principio attivo e usato a scopi teraupetici.

E per tranquillizzarvi ulteriormente, la caffeina e presente in moltre altre bevande, che molti di voi non sospetterebbero di ciò, e sono:

Tè nero, redbull, cocacola, ginseng e guaranà.

 

VALORI NUTRIZIONALI

Quantità per 100 grammi.

calorie O g colesterolo 0 mg zucchero 0 g
Acidi grassi s. 0 g Sodio 2 mg Proteine 0,1 g
Acidi grassi p. 0 g potassio 49 mg Caffeina 40 mg.
Acidi grassi m 0 g carboidrati O g Vitamina A 0 IU
Acidi grassi t. 0 g Fibra alim. 0 g Calcio 2 mg.